3 novembre 2015

Preascolto Voices Motif XF

 

Come preascoltare le librerie di Voice senza dover sovrascrivere i dati nei Bank interni del Motif XF.

Preascoltare le Voice dai file utilizzando l’Editor per Motif XF.

 

Le librerie di Voice possono essere importate nell’Editor per Motif XF in modo da poter preascoltare direttamente le Voice senza essere costretti a dover sovrascrivere i dati nei Bank interni del Motif XF. Questo viene reso possibile posizionando i parametri della Voice su “bulk” in modalità Voice Edit Buffer dello strumento. Questo breve articolo introduce ai concetti di base di utilizzo dell'Editor per le procedure di preascolto. Scaricare ed installare la più recente versione dell’Editor Yamaha per Motif XF Standalone/VST per il proprio tipo di computer. Motif XF deve essere connesso al computer tramite USB o FW (poiché il collegamento con l’Editor deve avvenire tramite un’interfaccia MIDI provvista di più porte).

 

·         Andare su FILE > SETUP

·         Impostare la pagina di setup (Auto Sync Setting – ndr) in modo che “CURRENT” sia su “ON” e che la trasmissione dei dati segua la direzione “PC > verso > Motif XF”

·         Impostare “AUTO START” su ON

·         Impostare su OFF sia “GLOBAL” che “VOICE” per questa particolare funzione

 

 AutoSyncSetting

 

Con questa impostazione quando si seleziona una Voice da modificare (procedura descritta più in basso) e l’Editor viene posto su ONLINE, questa verrà inviata all’Editor Buffer del Motif XF per l’ascolto.

 

·         Impostare l’Editor in modo [VOICE]. Se l’Editor è stato posto su ONLINE e si seleziona il modo VOICE, anche Motif XF si posizionerà in modo VOICE. Questa è la condizione in cui bisogna essere e che consente di poter preascoltare le librerie di VOICE.

·         Porre temporaneamente l’Editor OFFLINE facendo click su “ONLINE” sulla barra di stato

·         Andare su FILE > IMPORT

·         Nella schermata di IMPORT fare click sull’icona di cartella aperta e cercare il file di libreria da importare

·         Aprire la libreria di Voice che si desidera ascoltare. È possibile aprire i file proprietari Motif XF tipo (*.X3E), (*.X3V), (*.X3A). Inoltre si possono aprire ed importare i dati delle librerie di Voice dai seguenti tipi di file:

(*.X1E) file Editor Motif Rack XS

(*.W7E) file Editor Motif ES

(*.W9E) file Editor Motif Rack ES

(*.M2E) file Editor Multi-Part Motif ES

(*.M4E) file Editor Multi-Part MO6/8

(*.M3E) file Editor Multi-Part Motif Rack ES

(.X0A) file All Motif XS

(.X0V) file All Voice Motif XS

(.X0E) file Editor Motif XS

(.X2A) file All S90 XS/S70 XS

(.X2V) file All Voice S90 XS/S70 XS

(.X2E) file Editor S90 XS/S70 XS

 

Nella schermata di IMPORT fare click sull’opzione “BANK” così da poter vedere le Voice per BANK (invece che per CATEGORY).

 

AuditionVoice

 

Ad esempio, le Voice che si desiderano preascoltare si trovano nel bank “Normal User 4” del file scelto.

Impostare la parte sinistra (lato FILE) della finestra IMPORT in modo tale che “Normal User 4” sia evidenziato.

Nella parte destra (Motif XF Editor) fare click sul banco di destinazione:

 

“Normal User 2”

Fare click su “IMPORT”

 

Con l’Editor “OFFLINE” questa azione caricherà le 128 Voice nell’Editor, così sarà possibile accedervi senza doverle caricare nella memoria del Motif XF.

 

Ritornare alla schermata principale dell’Editor.

 

Per scegliere una Voice da preascoltare, fare click nello spazio dove appare il nome della Voice selezionata.

La finestra di VOICE LIBRARY passerà in modalità vista. Impostare la parte destra dell’Editor così da poter visualizzare la libreria di Voice per “BANK”.

 

Aprire la cartella “Normal User 2” per vedere la lista dei nomi contenuti nella libreria di Voice che ci si sta accingendo a preascoltare.

 

VST_ImportBank

 

Per preascoltare una selezione: Evidenziare il suo nome e poi fare click su ONLINE… (portando l’Editor da OFFLINE e poi facendolo ritornare ONLINE, la “CURRENT” (corrente – ndt) Voice verrà inviata all’Edit Buffer).

Questa operazione invierà la Voice correntemente selezionata all’EDIT BUFFER di Motif XF e consentirà di preascoltarla, suonarla, modificarla e memorizzarla (se lo si desidera). Se la si abbandona senza memorizzarla, non si sarà sovrascritta la locazione interna di memoria.

 

Per memorizzare la VOICE:

Una volta che l’Editor invia i dati all’Edit Buffer è possibile chiudere la finestra della Libreria delle Voice facendo click sulla “X” che si trova nell’angolo superiore sinistra dell’area della VOICE LIBRARY.

 

Andare su EDIT nella barra dei menù e selezionare STORE VOICE o semplicemente fare click con il tasto destro e selezionare STORE VOICE.

 

Si aprirà una lista degli attuali USER Bank interni. Si può scegliere una locazione di memoria ed anche rinominare la Voice. Quando l’operazione è completata, fare click su OK.

Synth Basics: Guida Introduttiva

 

Nozioni di base sui sintetizzatori: Guida introduttiva

 

Esplorare le nozioni di base della sintesi: gli elementi costitutivi

 

Inizieremo la nostra esplorazione delle nozioni base sui sintetizzatori con una disamina sugli elementi costitutivi.

Oscillatore_Filtro_Amplificatore.

Consigliamo vivamente di seguire mano a mano le spiegazioni, utilizzando l’editor di Yamaha per il proprio particolare sintetizzatore.

·         Yamaha Motif XF Editor Standalone/VST

·         Yamaha MOXF Editor Standalone/VST

·         Yamaha S90XS/S70XS Editor Standalone/VST

 

*Gli Editor sono disponibili dal sito di download ufficiale Yamaha: http://download.yamaha.com

 

L’Oscillatore (Oscillator – ndr) può essere inteso come la sorgente del suono, l'oggetto che crea la vibrazione musicale coerente udibile. Basta pensare ad un qualsiasi strumento acustico… c’è qualcosa che viene fatto vibrare ad una velocità costante – questa è l’oscillazione. Ci sono solo due categorie di suono: il Rumore che sono vibrazioni casuali e la Musica, che sono vibrazioni costanti. Le molecole dell’aria attorno a noi vengono disturbate dall’energia dell’oscillazione… mentre tutta la musica è rumore, non tutto il rumore è musica! Solo quando la vibrazione è costante ci si riferisce alla messa in moto delle molecole d’aria come MUSICA.

 

Il Filtro (Filter – ndr)può essere inteso come il modificatore. È responsabile per il tono o il timbro dello strumento. Nella realtà, cose come il materiale con cui è costruito uno strumento ne determinerà il suo timbro. Il tipo di legno o metallo utilizzati in uno strumento. La forma dello strumento ne influenza il timbro/tono. In un sintetizzatore un Filtro può essere inteso come un dispositivo che rimuove qualcosa (come un filtro per caffè o un filtro per l’acqua che toglie qualcosa)… il Filtro del sintetizzatore rimuove le armoniche. Come musicisti dovremmo essere in grado di comprendere le armoniche.

 

L’Amplificatore (Amplifier – ndr) può essere inteso come un dispositivo che controlla il volume; più o meno forte.

 

La serie Yamaha Motif XF, S90XS / S70XS e la serie MOXF sono basate sullo stesso motore di sintesi per la riproduzione dei campioni ad 8 oscillatori (Element). Sono sintetizzatori estremamente potenti. Mentre Motif XF e MOXF possono essere completamente programmati dai loro pannelli frontali, per S90XS / S70XS si deve utilizzare l’Editor in modo standalone/VST per accedere ai parametri che si trovano a livello dell’Element i quali sono alla base della programmazione del suono.

 

Daremo un’occhiata al concetto di base della costruzione del suono, facendo uso del motore di sintesi basato sulla riproduzione dei campioni, che si trova in tutti i suddetti sintetizzatori. Un breve sguardo alla storia dei sintetizzatori è un buon punto di partenza. Negli anni ’60 la sperimentazione con i sintetizzatori analogici “controllati in voltaggio” era confinata ai laboratori dei College o delle Università. Ma dai primi anni ‘70 i primi sintetizzatori monofonici e duofonici commercialmente “abbordabili” iniziarono ad entrare sul mercato. Questi sintetizzatori avevano come sorgenti di suono poche forme d’onda geometriche (triangolare, dente di sega, impulso, quadra ecc.).

In genere, c’era una brillante forma d’onda a dente di sega (Sawtooth – ndr) ed una forma d’onda ad impulso a larghezza regolabile (adjustable width Pulse – ndr). L’onda a dente di sega (e dente di sega invertito – reverse Sawtooth – talvolta chiamata Saw Up e Saw Down) veniva utilizzata per creare di tutto dai suoni di strings a quelli di brass, mentre la forma d’onda ad impulso a larghezza regolabile veniva utilizzata per generare dai suoni cavi (clarinetto/onda quadra) ai timbri nasali (oboe, clavinet/impulso stretto).

 

Background del del sintetizzatore analogico

 

I blocchi costitutivi fondamentali in un sintetizzatore analogico sono la sorgente del suono – la regolazione del timbro/tono – l’amplificazione.

BasicStructure 

Il VCO o Voltage Controlled Oscillator (oscillatore controllato in tensione – ndt) era responsabile di creare l’intonazione del suono.

Il VCF o Voltage Controlled Filter (filtro controllato in tensione – ndt) era responsabile di modellare il timbro/tono del suono

Il VCA o Voltage Controlled Amplifier (amplificatore controllato in tensione – ndt) era responsabile di modellare e controllare il volume del suono.

Questo è anche il modello di base del sintetizzatore sul quale si basano i sintetizzatori a riproduzione di campioni. – con la differenza significativa che invece di trasformare (letteralmente) con il controllo di tensione una manciata di forme d’onda in suoni emulativi, il sintetizzatore basato su campioni contiene un’enorme libreria di registrazioni digitali altamente accurate degli strumenti che vengono imitati.

 

Senza entrare in una discussione di ciò che può e non può essere replicato da campioni confrontato con il controllo analogico in tensione, oltre altri argomenti molto dibattuti, diamo uno sguardo alle possibilità ancora inesplorate che offrono oggi i motori di riproduzione del campione. Tanto più che oggi il motore di sintesi ha molta più varietà ed è possibile esplorare in molte altre direzioni. (Se si guarda solo indietro, è possibile vedere solo il passato ... o qualcosa del genere).

 

Nella maggior parte dei primi sintetizzatori analogici, gli oscillatori, non importa quanti fossero, condividevano tutti lo stesso filtro e lo stesso amplificatore cosicché i suoni (risultanti – ndr) avevano uno specifico tipo di movimento. Come vedremo, nel motore di riproduzione del campione qui, si hanno 8 oscillatori (Element) ciascuno dei quali è un blocco costitutivo completo Oscillatore-Filtro-Amplificatore. Tutto questo “moltiplicato per 8 volte” significa avere un sistema di generazione del suono molto flessibile che può essere usato per creare timbriche estremamente complesse e dettagliate.

 

SINTESI TRAMITE RIPRODUZIONE DEI CAMPIONI

Qui di seguito viene illustrato lo schema a blocchi dell’attuale AWM (motore di riproduzione del campione). L'importanza di avere una registrazione audio digitale (campione) come sorgente sonora è un aspetto che influenza i risultati. Naturalmente, se si inizia con una forma d'onda che è la copia audio del suono reale, è possibile utilizzare i blocchi Filtro ed Ampiezza per affinare i risultati e, di conseguenza, si può fare affidamento su di essi per creare il suono emulativo risultante. Per il fatto che una registrazione digitale è un’entità immutabile, i campioni funzionano meglio per gli strumenti musicali che fanno parte della famiglia delle percussioni.

 

Gli strumenti che possono prolungare (il suono – ndr) ed essere suonati con lunghezza delle note variabili, presentano un unico problema per i sintetizzatori basati su registrazioni digitali. Molto spesso i campioni vengono messi in loop (anello – ndt), non, come molti pensano, semplicemente per risparmiare così tanta memoria da permettere al tastierista di controllare in modo intuitivo il destino di un evento di note-on (lunghezza della nota). In altre parole, se si sta suonando un campione di flauto, se in origine il flautista ha tenuto la nota per 8 secondi, allora come tastierista, non si dovrebbe tenerla mai per più di quella durata. (se ci si ricorda la storia antica dell’audio, le registrazioni audio venivano usate nelle tastiere: il Mellotron aveva delle strisce di nastro magnetico che venivano attivate (riprodotte – ndr) alla pressione di un tasto, però si era limitati dalla durata di quella registrazione).

 BasicStructure2

Inoltre, se si voleva suonare una nota più breve di quella suonata in origine, bisognava che l’inviluppo muovesse verso la fase di rilascio (Release – ndr) nel momento in cui si decideva di sollevare il dito. Nei motori di sintesi basati sul campionamento, il loop (riproduzione ad anello – ndr) è un male necessario – consente di usare la tastiera come uno strumento emulativo. Gli strumenti a percussione, come i colpi di tamburo, sono semplici – normalmente riproducono l’intero inviluppo senza la necessità del loop (ci sono delle eccezioni, il pianoforte acustico è uno di quelli). Il motore di riproduzione del campione Yamaha ha aggiunto alcune nuove varianti alla lista dei trucchi di programmazione per rendere quanto più reale possibile l’esecuzione emulativa. Per molti anni il velocity switching (commutazione tramite velocity – ndr) era lo strumento principale dei motori di riproduzione del campione, cioè la capacità di variare espressione e articolazioni. Il controllo XA (Expanded Articulation) permette dei cambi dinamici in tempo reale nella commutazione degli Element attivi. Questi possono essere manovrati o regolati manualmente in base a “come” si suona.

 

Traduzioni: PEG, FEG, AEG e LFO

I pilastri sopra i quali è costruito il sintetizzatore sono Pitch, Filter e Amplitude. La struttura fondamentale segue ancora il paradigma del motore di sintesi analogico. L’Envelope Generator (EG - Generatore di inviluppo – ndt) è un dispositivo che è responsabile per come il suono muta nel tempo: la “forma” dell’inviluppo (nel Minimoog chiamato “contour” – profilo – ndt) determina come qual è il suono al key-on (tasto abbassato – ndr), cosa succede mentre il suono viene tenuto e come va in dissolvenza al key-off (rilascio del tasto – ndr). Ad esempio, alcuni strumenti possono sollevare o abbassare di un tono – questo potrebbe essere un compito per il Pitch Envelope Generator (Generatore di inviluppo del tono – ndt). Alcuni strumenti cambiano timbro e volume mano a mano che la nota viene tenuta, ad esempio, una nota di tromba che cresce lentamente di volume (sforzando) per creare la forma del suono necessiterà sia del Filter Envelope Generator (Generatore di inviluppo del Filtro – ndt) e dell’Amplitude Envelope Generator (Generatore di inviluppo dell’Ampiezza – ndt). Un suono glissato di tromba (verso il basso o verso l’alto) richiederà un Pitch Envelope (Generatore di inviluppo del tono – ndt) per controllare il tono nel tempo. È possibile pensare ai PEG, FEG ed AEG come un insieme di parametri programmabili che controllano la forma o il profilo del tono, del timbro e del volume dell’oscillatore dal suo inizio al KEY-ON (abbassamento del tasto – ndt), attravverso il KEY-OFF (rilascio del tasto – ndt) fino a che il suono non scompare del tutto. (ADSR è un noto acronimo che descrive questo andamento: Attack, Decay, Sustain, Release – Attacco, Decadimento, Sostenimento, Rilascio – ndt).

·         Attack: È il tempo che impiega il volume per passare da zero al suo valore massimo; l’ampiezza raggiunge, a partire da zero, il suo valore massimo.

·         Decay: Rappresenta il tempo che il suono impiega a passare dal volume massimo (raggiunto durante la fase di attack) al volume di sustain. dopo l'attacco, parte dell'energia iniziale viene persa e l’ampiezza diminuisce..

·         Sustain: Volume che si mantiene dopo la fase di attack finché il tasto resta premuto; l'ampiezza mantiene un livello quasi costante per un certo tempo.

·         Release: In questa fase, il volume diminuisce fino al valore 0. Impostando il rilascio, si definisce la rapidità con la quale questa diminuzione avviene; l'ampiezza decresce fine ad estinguersi completamente.

 

L’Oscillatore a Bassa Frequenza (Low Frequency Oscillator detto anche LFO – ndr) è veramente responsabile della produzione di frequenze sub-audio. Siamo in grado di percepire i toni musicali con frequenze comprese tra i 20 ed i 20.000 cicli per secondo. Sappiamo che i cani possono sentire al di sopra dei 20.000 cicli per secondo, ma non è possibile riconoscere come coerente un suono al di sotto dei 20 cicli al secondo. Il suono si divide in eventi separati, distanziati in modo uniforme. Questi sono usati come “percentuali”. Si può applicare una modifica a un suono una o due volte al secondo. Oppure (si chiama “modulazione”), cambiare anche il suono cinque o dieci volte al secondo. Queste oscillazioni dalla velocità relativamente “bassa” possono essere applicate al blocco Oscillator (pitch – tono – ndt), al blocco Filter (timbro) e/o al blocco di Amplitude (loudness – volume – ndt).

·         Quando una percentuale di modulazione viene applicata al tono, i musicisti lo definiscono “vibrato”.

·         Quando una percentuale di modulazione viene applicata al filtro, i musicisti lo definiscono “wah-wah”.

·         Quando una percentuale di modulazione viene applicata all’amplificatore, i musicisti lo definiscono “tremolo”.

 

Pitch Modulation Depth (Profondità di Modulazione del Tono, dell’altezza – ndt) – suona così scientifico. Però come musicisti interpretiamo questo come una tecnica esecutiva chiamata “vibrato”. Come suonatori di pianoforte, siamo fondamentalmente percussionisti intonati e, pertanto, nel nostro vocabolario di termini non incontriamo questa tecnica esecutiva. L’oscillatore è una corda pizzicata o sfregata da un archetto. Una volta che è stata messa in moto, vibra (oscilla) ad una frequenza specifica (nota musicale). L’altezza è determinata dalla lunghezza della corda a cui è consentito oscillare liberamente – dal tasto (fret – ndr) sul quale viene premuto il dito fino al ponte (bridge – ndr). Minore è la lunghezza (della corda – ndr) a cui è consentito vibrare, più alto è il tono e viceversa, maggiore è la lunghezza più basso è il tono. Mano a mano che l’esecutore accorcia quella distanza il tono si alza, la distanza si allunga ed il tono si abbassa. Vibrato è l’azione di variare ritmicamente il tono verso l’alto e verso il basso, muovendo il dito, che si trova premuto sul tasto, su e giù per la corda. Pitch Modulation Depth = Vibrato. (Sebbene l’effetto dell’altoparlante ondulante, che si potrebbe applicare al timbro di pianoforte elettrico Fender Rhodes Suitcase, sullo strumento è stato chiamato “vibrato”… in realtà questo effetto, definito in modo erroneo, era l’AUTO PAN tra due gruppi di altoparlanti e probabilmente sarebbe stato più corretto indicarlo come “tremolo”).

 

Filter Modulation Depth – ancora una definizione scientifica. Un filtro, si sa cosa fa un filtro. Un filtro per caffè impedisce alla polvere di questo, di mescolarsi con parte della bevanda che andrà bevuta. Un filtro rimuove alcuni elementi “indesiderati” e li scarta. Un filtro musicale effettua questa operazione sulle armoniche di un suono. Come musicisti abbiamo almeno una certa familiarità con le armoniche, anche se non siamo in grado di dare una definizione da libro di testo. Le armoniche sono ciò che gli esseri umani usano per riconoscere i suoni. Fa parte del nostro processo di identificazione il poter descrivere le differenze più sottili nelle armoniche all’interno di un qualsiasi suono. La definizione del libro di testo descrive le armoniche come l'insieme dei multipli interi del tono fondamentale. Se si pizzica la corda di una chitarra, ad esempio la corda del “LA” a vuoto; essa oscillerà esattamente a 110 cicli per secondo. Un ciclo è l’escursione completa di un’onda. Attraverso il suo ciclo un’onda sinusoidale parte a 0 e raggiunge il suo punto di massimo ad 1/4 del suo percorso; a 1/2 del percorso l’ampiezza ritorna a 0; a 3/4 raggiunge il punto più basso di minimo, opposto a quello massimo; ed alla fine ritorna al punto 0 completando il ciclo. Quando una corda genera un tono di 110 cicli si può immaginare che una macchina fotografica ad altissima velocità in grado di effettuare un’istantanea di questi 110 cicli completi. Ma ci saranno un certo numero di immagini nelle quali la corda si contorce e come l’onda rimbalza indietro dal ponte (bridge – ndr) è possibile catturare un’immagine dei 220 cicli. Poi a 330, a 440, a 550, a 660 cicli e così via. Il numero di immagini per secondo a 220 è alquanto inferiore al numero perfetto 110, ed il numero a 330 lo sarebbe ancora meno, ed ancora meno a 440… questi multipli interi del tono originale a 110 cicli, sono le armoniche.

Quando ci si avvicina al contenuto armonico di un suono – l’orecchio inizia a credere che stia sentendo quel suono. Un imitatore non fa altro che replicare il contenuto armonico della (voce della – ndr) persona che sta tentando di riprodurre. Le armoniche sono come le impronte digitali del suono. Rappresentano il motivo per il quale non abbiamo alcun problema a distinguere una Tromba ed un Trombone che suonano un La a 440 – Entrambi sono strumenti in ottone, costruiti con materiali e progettazione simili. Tuttavia, anche quando suonano la stessa nota, il volume delle armoniche superiori di ognuno crea un tono (timbro) unico ed identificabile, tanto che quando lo sentiamo non abbiamo difficoltà a riconoscerlo. Il compito di un filtro è quello di modificare le armoniche superiori o quelle inferiori per imitare lo strumento che viene emulato. Un Low Pass Filter (LPF – Filtro passa basso – ndt) consente che le frequenze basse vengano percepite ma trattiene quelle alte. Il LPF è il filtro più usato nell’emulazione degli strumenti musicali per una buona ragione: il suono di uno strumento si arricchisce di armoniche in proporzione a quant’è l’energia applicata per suonarlo. Così il LPF imita il comportamento – spesso un LPF viene usato per limitare la brillantezza di un suono cosicché, al suonare con più intensità, il suono diventi più brillante – questo è vero in natura. Quando si modifica il tono o il timbro di uno strumento musicale in un pattern ritmico ripetitivo si sta giocando con il contenuto armonico risultante. Tale azione musicale è comunemente indicata come “wah-wah”. E contrariamente alla credenza popolare, agi inizi il primo wah wah non è stato inventato come un pedale per chitarra. Come termine musicale “wah-wah” è antecedente al pedale per chitarra – si possono immaginare alcuni suonatori di tromba o trombone nelle jazz band degli anni ’20-’40 che usano uno sturalavandini da idraulico per ottenere un effetto ridicolo. L’azione di coprire e rimuovere la mano dalla bocca può creare un suono “wah-wah” – perché si fermano le alte frequenze e le si rilasciano ritmicamente togliendo la mano; applicando un Filter Modulation Depth (intensità della modulazione del filtro – ndt).

 

Amplitude Modulation Depth (intensità della modulazione di ampiezza – ndt) – Un amplificatore è progettato per aumentare o diminuire il segnale. È stato detto: Modificare il volume del segnale musicale aumentando o diminuendo il volume – nuovamente, come suonatori di pianoforte tali operazioni non fanno parte della nostra modalità esecutiva – tuttavia ci sono strumenti che vi possono facilmente giungere aumentando o diminuendo la pressione esercitata. Tremolo è il termine musicale e di solito viene in mente un’orchestra d’archi che esegue un tremolo – o ancora il termine viene utilizzato con gli amplificatori per chitarra nei quali il volume viene ritmicamente abbassato ed alzato. Amplitude Modulation Depth = tremolo. Notoriamente il pianoforte elettrico Wurlitzer incorporava un Tremolo per tastieristi, i modelli Fender Rhodes Suitcase usavano un oscillatore per distribuire l’energia (il suono – ndr) tra le coppie di diffusori sinistro e destro (veniva impropriamente chiamato “vibrato”, ma ora è noto si trattasse di tremolo). Una volta che la terminologia dei sintetizzatori viene scomposta ed analizzata con quello che si conosce come musicisti ci si accorgerà che tutto questo diventa molto più facile.

Se il sintetizzatore riproducesse solo il timbro di pianoforte ci si accorgerebbe che Pitch Modulation, Filter Modulation ed Amplitude Modulation non verrebbero presi in considerazione molto spesso. Bisogna ricordare che con i sintetizzatori analogici si dovevano utilizzare questi dispositivi, per aiutarsi a costruire il suono che si cercava di emulare. Però nel mondo dell’oscillatore basato sull’audio campionato – si può scegliere di registrare il suono reale. E in alcuni casi, questo è esattamente ciò che si troverà. Ci sono esempi – che verranno presi successivamente in analisi – dove tali tecniche esecutive vengono registrate nel campione e verranno fatti degli esempi nei quali le suddette vengono prodotte dal motore di sintesi che applica un LFO per controllare la modulazione. Il vibrato, quando viene eseguito dall’uomo, è naturalmente imperfetto. Quando viene applicato da un dispositivo meccanico potrebbe essere eccessivamente perfetto. La musica è basata principalmente sulle sottigliezze.

 

Il modo in cui funzionano i sintetizzatori a riproduzione di campioni ed i sintetizzatori analogici si fonda sul medesimo schema di base – la più grande differenza, ovviamente, si trova nel settore relativo all’oscillatore, la sorgente sonora. Invece di essere basato su un circuito elettronico che genera toni intonati in risposta alle variazioni precise di tensione, il tono intonato viene prodotto da una registrazione digitale di tale tono impostato per suonare entro la gamma MIDI. Questo schema di base serve a ricreare i suoni degli strumenti – non è l’unico modo per sintetizzarli, tuttavia continua ad essere usato perché funziona piuttosto bene. In ogni strumento acustico si hanno gli stessi blocchi costitutivi – una sorgente di suono (qualcosa che fornisce la vibrazione/oscillazione); lo strumento stesso è il filtro (la forma ed il materiali usati per costruire lo strumento influenzano il suo suono); l’amplificatore possono essere i polmoni, le guance, il diaframma dei musicisti, può essere un soffietto meccanico, una camera risonante collegata ecc. Il sintetizzatore utilizzando a modello il sistema OSC-FILTER-AMP, cerca di “scomporre” come gli strumenti musicali fanno ciò che fanno. Questo non è un sistema perfetto, ma ha un grande potenziale per l’esplorazione e nuove possibilità di progettazione del suono.

 

Esempio con forma d’onda Sawtooth (dente di sega – ndt)

Prendiamo una semplice forma d’onda, la Sawtooth, e mostriamo come può essere modellata in suoni di Strings, Brass e Synth Lead, facendo uso del motore di sintesi di base. Con l’esplorazione si vedrà come la stessa forma d’onda può essere usata per costruire suoni diversi. Nei primi giorni dei sintetizzatori (anni ’70) quando i MiniMoog e gli ARP Odissey iniziavano a circolare – c’erano solo due tipi di suoni sintetici: suoni di “Lead” e “Bass”. Se si suonava nella parte alta della tastiera il suono risultante veniva chiamato suono di Synth Lead, se si suonava principalmente al di sotto del Do centrale, veniva chiamato suono di Synth Bass.

 

SawtoothAN2015

Nell’immagine desunta dalla App AN2015 iOS (Yamaha SynthBook - gratuita) si vede la tipica forma d’onda SAWTOOTH che viaggia attraverso il centro dello schermo. L’OSCILLOSCOPIO incorporato in questa app di sintetizzatore analogico consente di “vedere” la forma d’onda man mano che viene generata. Essendo simile al dente di una sega, ha la caratteristica rampa che va verso l’alto e poi scende rapidamente prima di ricominciare il ciclo. Trattandosi della nota “Re3” si può immaginare che al secondo ci siano 293,66 oscillazioni (il numero di cicli per secondo della nota Re3). Una Sawtooth Down (onda a dente di sega invertita – ndr – non visualizzata) è un’onda dove l’aumento dell’ampiezza è immediato e seguito da una rampa in discesa (da sinistra a destra) prima che il ciclo venga ripetuto. Il suono è frizzante e brillante e come vedremo può essere usato per costruire suoni sia di archi che ottoni sintetici.

 

Programmare questi primi sintetizzatori analogici era imprescindibile perché erano precedenti ai “preset”. Beh, c’erano degli opuscoli che mostravano come impostare gli knob (manopole – ndt) o gli sliders (potenziometri a slitta – ndt) per creare un flauto, un oboe o un clarinetto oppure qualcos’altro, ma alla fine la maggior parte delle persone in ascolto, si alzavano in piedi chiedendo quale suono si riteneva potesse essere. Fa sorridere ora pensare a quanto con alcuni di questi suoni ritenessimo di essere vicini (ai suoni reali – ndr). Ma si può sostenere che la ragione per cui il sintetizzatore analogico è stato abbandonato (in ultima analisi) aveva a che fare con la richiesta di emulazioni sempre più realistiche di strumenti acustici (anche la polifonia era troppo costosa da ottenere solo con una sorgente analogica). Ora, detto ciò, non è detto che ognuno lo desiderasse, ma questo è quello che (guardando indietro) guidò la direzione dell’evoluzione. Ci sono suoni di sintetizzatore che sono solo suoni di synth – e questo è fantastico. Alcuni suoni non cercano di “essere qualcos’altro”. Il cosiddetto – lato fantascientifico della sintesi – dove si crea un suono esistente senza fare in modo che assomigli a qualche altro strumento. Questa è la parte più divertente.

 

Bisognerebbe ricordare, ci sono alcuni suoni che si possono riprodurre con un sintetizzatore analogico, oppure un vero sassofono che non può essere replicato allo stesso modo da strumenti basati sulla riproduzione di campioni. Questo è sempre vero sia che si cerchi di emulare strumenti reali o sintetizzati – perché non è possibile manipolare la registrazione (campionamento – ndr) di un certo suono allo stesso modo di come si può fare con il suono reale (dello strumento – ndr) stesso. E per questi motivi, nulla sostituirà lo strumento reale. Ma considerare che questa sia una sorta di “limitazione” è come rinunciare senza nemmeno voler esplorare le nuove strade che si sono aperte. Ci sono una quantità di cose che ora si possono fare e che allora non si sarebbe nemmeno stati in grado di immaginare. E tutto questo è a disposizione per essere esplorato.

 

Iniziamo analizzando un gruppo di VOICE che suonano in modo molto diverso e che sono generate dalla medesima Waveform (forma d’onda – ndt) “P5: SawDown 0 dg”

 

Numero della Waveform: 1366 nella Libreria delle Waveform Preset di MOXF e Motif XF

Numero della Waveform: 949 nella Libreria delle Waveform Preset di S90 XS/S70 XS

 

Utilizzata nella VOICE:

 

“Soft RnB” Preset 5: 055(D07) – in Motif XF e MOXF6/MOXF8;

“Soft RnB” Preset 5: 060(D12) – in S90XS/S70 XS;

 

(Questa è una onda campionata di Sawtooth Down proveniente da un Prophet V; 0 gradi si riferisce alla fase della forma d’onda memorizzata). Per coloro che allora non c’erano – il Prophet V (la “V” è un numero romano che corrisponde a 5) è stato uno tra i sintetizzatori polifonici più popolari di quel tempo… con una grande polifonia di cinque note; al prezzo di circa mille dollari a nota (come si diceva un tempo...) ha aperto la porta alla divulgazione sintetizzatori nei primi anni ‘80. L’età dell’oro della sintesi stava per cominciare. Le forme d’onda a dente di sega sono di due varietà: Sawtooth Up cresce in ampiezza e immediatamente cala, mentre Sawtooth Down inizia ad con l’ampiezza massima e poi dissolve.

 

In generale, la Sawtooth Waveform (forma d’onda a dente di sega – ndt) è un suono analogico molto “familiare” – questa Voice di Synth Lead è di quel tipo che comunemente si sentivano molto negli anni ’70 e ’80. Ed è un buon esempio sonoro per cominciare, in modo da poter vedere/sentire come i suoni di synth strings e synth brass si basano sulla medesima forma d’onda. Esplorare questa Voice suonandola e dando uno sguardo ravvicinato ai parametri.

 

 Editor

 

Qui di sopra è la schermata “Oscillator/Pitch” per l’Element 1, tratta dall’Editor per Yamaha Motif XF (modo Voice). Tale schermata è identica sia nell’Editor per Yamaha MOXF che in quello per S90XS/S70XS.

La VOICE visualizzata è “Soft RnB” Preset 5: 055(D07). È possibile navigare alla schermata sopra evidenziando l’Element 1, è attualmente visualizzata la schermata “Oscillator/Pitch”.

 

In S90XS/S70XS la Voice “Soft RnB” si trova al Preset 5: 060(D12)

Fare click su “Filter” e “Amplifier” per vedere come l’Element 1 viene modellato nel suono di synth lead. Pitch-Tone-Loudness = Oscillator-Filter-Amplifier (Tono – Suono – Volume = Oscillatore – Filtro – Amplificatore – ndt).

 

Nella prossima puntata della serie “Synth Basics” daremo uno sguardo più da vicino su come una grande varietà di Voice possa essere creato con la medesima forma d’onda a dente di sega e su come manipolare questi blocchi di sintesi possa aiutare a creare le proprie Voice personalizzate. Buona sperimentazione!